Se sei entrato in questo articolo con la speranza di uscirne con una ricetta magica mi spiace, ti deluderò: no, non ho una ricetta magica da darti!
Per cui, se hai voglia di continuare la lettura, di seguito trovi quelli che spero che possano essere spunti di riflessione per te, e magari argomenti di discussione con altre persone (abbiamo aperto un gruppo Facebook apposito: cosa aspetti ad iscriverti?!).
Ora, premesso questo, partiamo … e mi gioco subito dalla risposta alla tua domanda. Se mi chiedi: “a quale età è giusto dare il primo smartphone a mio figlio”, ti risponderò senza esitare: dipende.
Perché no, non credo che ci sia un’età giusta per inizializzare un ragazzo nel magico mondo della comunicazione digitale h24.
Da quando i miei genitori, in quel lontano 2000, mi diedero per la prima volta un cellulare (avevo 12 anni) la tecnologia è completamente cambiata. Mai avrei potuto immaginare di poter avere un giorno in tasca un affarino che, oltre a chiamare e mandare messaggi, potesse far le foto, ma soprattutto mi permettesse di essere costantemente in collegamento con tutto il mondo.
Perché diciamolo apertamente: uno smartphone è uno strumento complesso, che non è pensato per bambini o ragazzi. È un oggetto pensato per gli adulti, ed è un oggetto molto personale, privato, dove volenti o nolenti sempre più oggi ci stiamo comprimiamo dentro le nostre vite.
Come capire a quale età dare il cellulare ai figli?
Ogni famiglia è diversa, ogni sistema educativo è diverso, ogni contesto è diverso, e capire quando è arrivato il fatidico momento può non essere facile. Da una parte nasce la paura di essere troppo apprensivi, dall’altra però le circostanze spesso oggettivamente richiedono il grande passo.
Vuoi perché tutti gli altri coetanei lo hanno, vuoi perché con il crescere si va a scuola più lontano da casa … possono essere tanti i motivi che ci sembrano spingere nella direzione del dare anche a nostro figlio il cellulare.
Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva, sostiene che le famiglie si pongono la domanda sbagliata. Invece che chiedersi “a che età è giusto dare il cellulare”, bisognerebbe prima chiedersi se il ragazzo è pronto a gestire la complessità associata ad un cellulare/smartphone.
Trovo corretto guardare la questione al rovescio, perché, come in tutte le dinamiche di vita, possono esserci ragazzi di 11 anni “pronti” ed altri di 14 che invece non lo sono. L’età è relativa.
Anche se, ovviamente, esiste un’età di soglia – individuata dagli psicologi nei 11-12 anni – sotto la quale non dovrebbe nemmeno porsi la necessità di dotare i propri figli di un telefono cellulare, men che meno di uno smartphone.
Ok, bado alle (troppe ciance): come poter capire se nostro figlio è abbastanza “maturo” per avere in mano uno smartphone? Bisogna prova a rispondere ad alcune domande.
Come posso capire se mio figlio è pronto ad utilizzare uno smartphone?
- è in grado di distinguere ciò che è adatto per lui e ciò che non è?
- è capace di difendersi da attacchi o aggressioni verbali che può ricevere in maniera mediata, anche dai suoi amici?
- saprebbe dire a chi gli invia messaggi pieni di parolacce o magari con materiale pornografico: “se me lo mandi un’altra volta, ti cancello dai miei contatti?”
- è in grado, in autonomia, di spegnere il cellulare quando va spento (come per esempio quando bisogna studiare) o metterlo da parte quando sta con altre persone?
- il cellulare interferisce con le sue attività sociali?
- quando utilizza lo smartphone per giocare, è in grado di darsi un tempo limite?
- ha cura delle cose che normalmente utilizza (materiale scolastico, attrezzatura sportiva, etc) oppure le utilizza male o dimentica sempre in giro le cose?
Più risposte “NO”
Se la maggioranza delle risposte alle domande precedenti è NO (o tendono più a NO che a SI) forse è il caso di aspettare ancora un po’ prima di mettere uno smartphone in mano e trovare dei modi per aiutare il figlio a sviluppare questi aspetti.
Più risposte “SI”
In caso invece le risposte tendano in maggior numero verso i SI, è possibile prendere in considerazione l’ipotesi di dare lo smartphone al proprio figlio.
Ma attenzione, questo non vuol dire che il compito dei genitori sia finito qui: la fatica inizia adesso.
Si, perché è proprio quando i figli avranno in mano lo smartphone che occorrerà mettersi in gioco a loro fianco, per accompagnarli nel percorso di crescita con lo smartphone tra le mani.
Bisognerà insegnare loro ad abitare correttamente un ambiente, quello digitale, che nasconde delle insidie.
Bisognerà insegnare loro come proteggere la loro reputazione online, le loro informazioni private, come si possono prendere dei virus, ad individuare le bufale e le fake news. Tutte trappole dentro a cui, spesso, può capire anche a noi adulti di cadere.
Bisognerà vederli sbagliare e aiutarli a riprovare. Bisognerà, in una parola, continuare ad educare.
Controllo Genitori
In entrambi i casi, se proprio si ritiene necessario dare lo smartphone al proprio figlio, è comunque possibile pensare di utilizzare sul suo dispositivo i sistemi di Controllo Genitori, delle funzionalità o app che permettono di controllare, monitorare e limitare, anche a distanza, i dispositivi.
Ma attenzione: perché delegare ad un algoritmo questi aspetti NON è la soluzione. Non se si smette – o non si comincia – ad accompagnarli.
E accompagnare va fatto non solo quando ci sembrano impreparati, ma anche quando hanno “superato l’esame”.
Come per tutti gli altri aspetti della loro crescita la chiave vincente è quella di avvicinarli progressivamente alle cose, tenendoli per mano e portandoli all’indipendenza a piccoli passi.
Perché, ad esempio, con incominciare dandogli in mano un cellulare senza la connessione internet? E poi, se si supera il test, allora passare allo step successivo?
Come accompagnare i ragazzi ad usare bene il cellulare?
Questa è la seconda domanda che un genitore si deve porre prima di dare in modo continuativo lo smartphone in mano ad un figlio: “sono capace di accompagnarlo in questo percorso? Ho gli strumenti giusti per farlo?“.
E, prima si incomincia ad averli, questi strumenti, meglio è. Perché è chiaro che ad un certo punto diventerà quasi indispensabile mettere in mano al figlio lo smartphone.
E si rischia di farsi trovare impreparati.
Non è un male, dare in mano ad un ragazzino uno smartphone. Il male è credere che tutto sia finito lì, abbandonandolo a sé stesso con un oggetto che, l’abbiamo già detto, non è stato pensato per lui.
Quindi: quando sarà necessario date pure il cellulare ai vostri figli (molti psicologi consigliano dopo le elementari) senza sentirvi in colpa. Ma da quando lo fate, sappiate che siete corresponsabili in prima persona di tutti i temi relativi ai quesiti di qui sopra. E non solo di quelli, perché come abbiamo già visto, ce ne sono molti altri che non abbiamo toccato, ma sono altrettanto importanti: l’uso e presenza nei Social Network, la privacy, etc. Tutte cose che si devono “sperimentare”, per capire sul serio.
Dal momento in cui i nostri figli entrano in possesso dello smartphone, diventa non sono necessario ma soprattutto INDISPENSABILE accompagnarli in questa nuova avventura. Anche mettendo delle regole, perché no. Magari, per esempio, istituendo una “phone-box” vicino al tavolo dove bisogna lasciare il proprio smartphone prima di sedersi a tavola.
Questo, bisogna rendersi conto, vuol dire mettersi in gioco in prima persona. Perché se i primi dipendenti da questi oggetti siamo noi, diamo un modello errato ai nostri figli, e sarà difficile richiedere loro di fare in maniera diversa.
C’è poi anche un’altra cosa che bisogna imprimersi bene in testa: questo accompagnamento non è processo rapido, e probabilmente nemmeno indolore. Abbiamo molto da fare in termini di educazione civica digitale, e questo vi richiederà anni. Si, avete letto bene, ANNI.
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